L’attività di vendita di mercerie fu avviata nel 1913 in piazza delle Erbe, all’angolo con via Manin, da Giovanna Camossa e Marianna Vecchione, quest’ultima zia dell’attuale proprietario, Dove oggi si trova il negozio un tempo vi era l’antico porticato del palazzo, esistente prima che venisse costruito quello più esterno. A ricordo rimane una bella colonna in marmo rosso che campeggia tra i due grandi banconi che suddividono il locale. La colonna è legata a un ricordo della Seconda guerra mondiale, quando una mitragliata partita da un aereo durante un bombardamento colpì i serramenti esterni - lasciando fori ancora oggi visibili e finì per scheggiare la colonna medesima, per fortuna senza ferire nessuno. Oggi come un tempo, le “Mercerie al Salone” sono una presenza importante nello storico luogo in cui si trovano. Sono tra i pochi negozi oggi rimasti in città a vendere bottoni, pizzi, filati, perle e cerniere, queste ultime vendute anche su misura e riparate. Ad essere cambiata è la clientela, oggi per lo più privati cittadini mentre una volta a rifornirsi alle mercerie erano i professionisti del settore, i sarti e le ricamatrici, mestieri sempre più rari. “Quello che mette in crisi negozi come il nostro - spiega Marchetti - è però soprattutto la cultura dell’usa e getta. Un tempo le famiglie riparavano i capi, non li buttavano. Tuttavia, esiste ancora e sta forse ritornando una clientela più esigente, nell’abbigliamento come in altre cose, che cerca prodotti di qualità e fa ben sperare”.
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